L’incarico per l’edificio delle Regie Poste Telegrafi e Telefoni viene affidato al giovanissimo studio milanese come riconoscimento per aver conseguito il secondo premio al concorso per il Palazzo della Civiltà Italiana all’E42.
L’organismo si compone di un corpo basso che ospita le grandi sale per il pubblico e di un altro corpo, posteriore al primo, che accoglie su quattro piani gli uffici dell’amministrazione. Il corpo anteriore, poggiato su un ampio stilobate in peperino ad opus incertum, è illuminato dall’alto; ciò consente ai BBPR l’enfasi negativa di un fronte principale cieco rivestito in marmo bianco venato, dove le pareti piene – interrotte soltanto dai tagli a tutta altezza degli ingressi – corrispondono alle sale dei servizi postali, telegrafici e telefonici, disposte in modo asimmetrico secondo precise necessità funzionali. La natura portante del muro, annunciata in prossimità dell’ingresso dalle mensole di sostegno della copertura che affiora in secondo piano, è rivelata all’interno dall’esistenza di una sola teoria di pilastri di spina. Diversamente, nel corpo uffici una fitta orditura modulare di pilastri e travi in cemento armato, rivestiti anch’essi in marmo bianco, palesa la distinzione netta fra la struttura portante e le pareti, opache o trasparenti a seconda della distribuzione interna degli ambienti.
L’architettura del palazzo postale mette dunque in campo, nel monumentale scenario del nuovo quartiere, i due motivi distintivi della “via italiana al rinnovamento”: il telaio ortogonale e lo schermo, che trovavano nei razionalisti lombardi – come Terragni, Lingeri, Cattaneo, Gardella, Figini e Pollini – i maggiori interpreti. Il contrasto dialettico tra i due sistemi manifesta l’intenzione sostanzialmente antiretorica dei BBPR. Di tutti gli edifici dell’E42, l’edificio postale è infatti, senza dubbio, l’unico che conserva un’impronta propriamente razionalista. “Per imbucare una lettera non c’è bisogno di passare attraverso un momunento”, dissero Belgiojoso e Rogers a Marcello Piacentini – il deus ex machina dell’intera operazione E42 – in fase di approvazione del progetto. Ed è certamente grazie al fatto che si trattasse di un architettura “di servizio” che il progetto sia stato realizzato senza eccessivi compromessi.
Terminata nell’estate del 1942, la costruzione subirà diverse modifiche nel dopoguerra da parte dell’amministrazione postale. Tra le più consistenti si segnalano la copertura degli spazi originariamente lasciati aperti tra i passaggi di comunicazione tra i due corpi dell’edificio, la sostituzione del lucernario dei due saloni del pubblico con una copertura opaca e le ripercussioni di questa modifica sui fianchi. Solo alla fine degli anni ’80 quest’opera – l’unica dello studio BBPR a Roma – è oggi vincolato da parte della Soprintendenza.