Arnaldo Foschini (Roma, 26 settembre 1884 – Roma, 24 marzo 1968).
Diplomato nel 1919 ai corsi superiori di Architettura di Roma, fu tra i più attivi sostenitori dell’istituzione di una scuola completa e autonoma, che avverrà nel 1920 a Roma con l’apertura della prima Scuola superiore di architettura.
Dopo il precoce esordio professionale della caserma della Guardia di Finanza in viale XXI Aprile a Roma (1913-1915), realizza negli anni venti diverse sale per lo spettacolo: il cinema-teatro Volturno (1921) e il Supercinema in via Depretis a Roma (1927, con Attilio Spaccarelli), e il cinema-teatro Augusteo a Napoli (1926-1929, con Pier Luigi Nervi).
Attivo prevalentemente a Roma nell’entourage di Marcello Piacentini, assume nella scuola così come nel dibattito culturale un importante ruolo di mediazione tra la generazione anziana e le giovani leve dell’architettura. Dal gennaio 1930 al dicembre 1931 dirige la rivista “Architettura”, gestendo il delicato passaggio dalla direzione congiunta Giovannoni-Piacentini a quella del solo Piacentini.
Negli anni trenta, dopo l’Istituto Eastman in viale Regina Margherita a Roma (1931-1932) ha modo di partecipare ai più grandi cantieri della capitale: la Città Universitaria, con i propilei d’ingresso e l’Istituto di Ortopedia (1932-1935), e l’E42, con la chiesa dei SS. Pietro e Paolo (1937-1941). Frutto spaesato e tardivo del concorso per il palazzo del Littorio all’Aventino, il Ministero degli Esteri alla Farnesina (1938-1959), con Enrico Del Debbio e Vittorio Ballio Morpurgo, chiude nel segno del più fiacco monumentalismo il ciclo della produzione prebellica.
Le opere del dopoguerra, come la sede della Banca d’Italia in via Medina a Napoli (1949-1955) o la chiesa dell’Immacolata all’EUR (1955-1968), rimangono legate a formule accademiche. E anche nella ideologia paternalistica dell’INA-Casa, di cui è presidente dal 1949 al 1963, si può rilevare un ulteriore motivo di continuità con i contenuti populistici del ventennio fascista.