Pietro Lombardi (Roma, 30 luglio 1894 – Roma, 5 febbraio 1984).
Consegue il diploma di disegnatore nel 1914 presso l’Istituto Nazionale San Michele e in seguito il diploma di Professore di Architettura all’Accademia di Belle arti di Roma nel 1920, convertito in laurea l’anno successivo con l’istituzione a Roma della prima Scuola di Architettura in Italia.
Collabora per un breve periodo negli studi di Armando Brasini – con il quale disegna tra l’altro le scenografie dei film Teodora (1922) e Quo vadis? (1924) -, di Carlo Broggi e di Pio e Marcello Piacentini, per poi iniziare in forma autonoma la professione. Il primo riconoscimento ufficiale è del 1925, quando vince il concorso nazionale per la fontana monumentale del quartiere di Testaccio a Roma, detta Fontana delle Anfore.
Nel 1927, su incarico del governatorato di Roma, realizza nuove fontane per i rioni Monti, Campo Marzio, Sant’Eustachio, Pigna, Ripa, Trastevere, Borgo e per il quartiere Tiburtino (questa distrutta nel bombardamento del 1943). Segue, nel 1928, l’incarico per le fontane dei rioni Ponte, Regola, Campitelli e del quartiere Nomentano, non realizzate. La costante in tutte questi progetti è l’impiego di elementi simbolici desunti dagli emblemi dei rioni o dalle attività tipiche che vi si svolgono.
A cavallo del 1930 Lombardi è impegnato in ambito coloniale, soprattutto a Rodi dove ha occasione di realizzare una delle opere più significative della sua carriera: il complesso termale delle Fonti di Kallithea (1928), in felice equilibrio tra tradizione mediterranea, araba, bizantina e deco. Nel decennio successivo partecipa a diversi concorsi di rilievo nella capitale, tra cui il palazzo del Littorio in via dell’Impero (1934) e il palazzo dei Ricevimenti e Congressi all’E42 (1937-1938, con Gino Franzi), ma questi progetti resteranno sulla carta.
Nel dopoguerra l’attività di Lombardi continua nei termini di un professionismo di qualità, prevalentemente in ambito residenziale. Dal 1956 al 1967 egli si dedica anche all’insegnamento del disegno dal vero e dell’ornato all’Accademia di Belle Arti di Roma. Della produzione post-bellica vale la pena ricordare a Roma la caserma in via Romania (1935-1936, con Vittorio Cafiero), la palazzina Giammaruti in viale Buozzi (1958) e la clinica Villa Angela in lungotevere delle Armi (1960).