Quest’opera è il risultato di un concorso nazionale bandito dal comune di Roma per la fontana monumentale del quartiere Testaccio, vinto da Lombardi nel 1925.
Costruita originariamente dove si trova oggi, al centro della piazza Testaccio (allora piazza Mastro Giorgio), venne spostata in piazza dell’Emporio in asse col ponte Sublicio nel 1935, quando la piazza divenne sede del mercato rionale, per poi tornare dal 2015 nel sito originario.
La fontana è in travertino, con le anfore disposte una sull’altra e una dietro l’altra a formare un alto cumulo. La struttura a pianta circolare è divisa in quattro spicchi da altrettante rampe di cinque gradini ciascuna, culminanti nel gruppo di anfore con un unico zampillo centrale e vaschette laterali: un approccio decisamente architettonico di affrontare un tema normalmente votato a interpretazioni scultoree, obbedendo ad una regola di montaggio di parti geometricamente definite più che mirare alla continuità plastica.
Questa fontana, così come le altre fontane di Lombardi sparse al centro di Roma e nella prima periferia, è esemplare di quella attitudine tutta romana, culminata nel barocco borrominiano, a prendere spunto da simboli, emblemi araldici o immagini prese dalla vita quotidiana per costruire oggetti urbani di questa natura. In questo caso l’ispirazione gli giunge dal vicino Monte Testaccio (o Monte dei Cocci), alto circa 50 metri e costituito esclusivamente da resti di anfore romane (soprattutto quelle olearie, di non facile lavaggio), che giungevano via Tevere da Fiumicino al porto fluviale di Testaccio.